mercoledì 29 luglio 2015

La Moschea di Büchel riaprirà? C'è attesa per la sentenza del Tribunale



Fra le varie polemiche legate alla Biennale Arte 2015 di sicuro la più eclatante è quella sul Padiglione Islanda, ormai conosciuto da tutti come “La Moschea di Venezia” perché si trattava di una vera e propria moschea ospitata dalla chiesa di Santa Maria della Misericordia, edificio inutilizzato da anni e ormai di proprietà privata. Un’opera molto acuta dell’artista svizzero Christoph Büchel (Basilea, 1966, cittadino islandese, già Hugo Boss Prize) e commissionata dall'Art Center Islandese (ICA) per riflettere sul tema della tolleranza religiosa in una città da sempre crocevia di culture come Venezia che però non ha mai avuto un luogo di culto per i musulmani, costretti a ritrovarsi nella vicina Marghera.

Come avrete letto tutti, il Padiglione è stato chiuso dalle autorità cittadine una decina di giorni dopo l’inaugurazione. La motivazione ufficiale sono stati i problemi di capienza massima dell’edificio, superata in più occasione dalla grande affluenza di fedeli, oltre che l’assenza di servizi igienici. Ma è chiaro che c’è dell’altro e che quindi l’opera ha colto nel segno, stimolando la riflessione su una certa latente xenofobia di una parte della popolazione cittadina e la paura di attentati sempre presente.


Io mi auguro però che l’arte abbia la meglio e che quindi il ricorso espresso dall’ICA venga accolto, grazie anche alla partecipazione di curatori internazionali (fra cui l’onnipresente Germano Celant) che hanno testimoniato per dimostrare che si tratta davvero di un’opera d’arte, nata dal desiderio di dialogo, anziché di scontro fra culture. E mi sembra davvero ridicolo doverlo dimostrare di fronte a un tribunale… staremo a vedere!

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