giovedì 28 maggio 2015

Per chi resta a Milano: David Murphy da Monica De Cardenas

Prima del ponte del 2 giugno o per chi resterà a Milano segnalo la nuova mostra da Monica De Cardenas, prima personale di David Murphy in Italia, che inaugura stasera in via Viganò 4 a Milano. 

Il giovane scultore inglese David Murphy, reduce da un’esperienza di residenza presso lo Yorkshire Sculpture Park, presenta i risultati di questa totale immersione nel paesaggio rurale. La lavorazione dei materiali, così intima e tattile, indaga l’interazione fra volontà umana e mondo naturale. Le forme ricordano intricate radici appoggiate sui tavoli o rampicanti alla conquista del muro, in un precario equilibrio fra crescita e cristallizzazione eterna. 

Il top della mostra intitolata Deep Deeper sono tre grandi sculture realizzate ognuna con un unico grande foglio di alluminio, modellato pazientemente con ripetuti colpi di martello. Le tracce dei movimenti di David Murphy si traducono in forme archetipiche ma ambigue, difficilmente identificabili al primo sguardo e raggiungono quasi lo status di texture. 

Non perdetela, avete tempo fino al 31 luglio! 

venerdì 15 maggio 2015

Anche Acqua di Parma si lancia nell’arte contemporanea. A Palazzo Cusani

Milano è viva, Milano è contemporanea. Da oggi lo è ancora di più grazie alla decisione del brand Acqua di Parma di allestire i magnifici saloni del seicentesco Palazzo Cusani in via Brera con la mostra I’ll be there forever. The Sense of Classic. Certo, la scelta della location non è nuova: vi ricordate gli squilli di tromba sullo scalone voluti da Allora & Calzadilla per la Fondazione Trussardi, dovuti alla vicinanza con il Comando Militare? 

Nel caso di Acqua di Parma gli artisti chiamati dalla curatrice Cloe Piccoli non hanno pensato a lavori site specific, ma sono uniti dal concept della mostra: il senso del classico, inteso come reminiscenza, non come citazione, che permea i loro lavori pur attraverso differenti medium. La maggior parte delle opere sono state pensate e prodotte appositamente per la mostra, motivo che rende l’iniziativa coraggiosa e interessante. 

Alberto Garutti, Fulmini, 2015

Chi sono gli artisti? Sono sette e tutti italiani, ormai affermati: Rosa Barba, Massimo Bartolini, Simone Berti, Alberto Garutti, Armin Linke, Diego Perrone e Paola Pivi.  

Confesso che i progetti che mi hanno coinvolto di più sono quello di Rosa Barba e Massimo Bartolini. 

Rosa Barba, The Hidden Conference, 2010-2012-2015

Rosa Barba presenta una trilogia video intitolata The Hidden Conference, le cui riprese sono state realizzate nei depositi della Neue Nationalgalerie di Berlino, ai Musei Capitolini di Roma e alla Tate Modern di Londra. Classico significa dunque frammento cristallizzato in un tempo sospeso, reperto che però è ancora denso di significato, anzi può arricchirsene dialogando con altre epoche per sfuggire all’oblio e anelare all’eternità.  

Massimo Bartolini, Giacometti Landscape e Rugiada, 2014

Massimo Bartolini mi ha commosso con la sua Rugiada: un monocromo dorato ricoperto da gocce che sembrano un fenomeno passeggero in contrasto con l’artificiosità e la resa patinata della superficie. Un confine sottile fra fenomeno naturale e intelletto, fra divenire e contemplazione. L’altra scultura è un omaggio a Giacometti: il calco del corpo della Donna di Venezia VIII della Fondation Beyeler diventa una catena montuosa: basta guardare il mondo da un’altra prospettiva. 

Consiglio di non perdere la mostra perché in ogni stanza si respira un’atmosfera diversa e le declinazioni del classico si scoprono molteplici e affascinanti. Avete tempo fino al 4 giugno. 

Acqua di Parma 
Palazzo Cusani - Via Brera 15, Milano
a cura di Cloe Piccoli 
fino al 4 giugno 

lunedì 11 maggio 2015

Biennale Arte Venezia 2015: una selezione di foto

Eccomi qui. Rientrare da Venezia è sempre difficile perché i colori, i profumi, i ritmi di questa città sono davvero unici. Lo è ancora di più quando si ritorna da un weekend di immersione nell'arte come quello inaugurale della Biennale.

E questo per me è stato ancora più particolare perché mi ha permesso di conoscere molti artisti, fra cui Ibrahim Mahama e Nidal Chameckh, di cui vi ho parlato nei precedenti post. Ho incontrato amici che non vedevo da molto, come Nazila Noebashari, della galleria di Teheran Aaran Gallery, che mi ha rassicurato sulla situazione iraniana.

Poi c'è stato il bellissimo momento della presentazione del libro di Isabella Villafranca Soissons sulla conservazione delle opere d'arte contemporanea, dove ho avuto il piacere di intervenire raccontando di quando ho letteralmente mandato in frantumi una scultura e lei è riuscita a salvarla. Ma questa è un'altra storia...

Prima di lasciarmi andare alle classifiche e alle opinioni su questa Biennale d'Arte, vi lascio con qualche scatto rubato qua e là fra i padiglioni nazionali e la mostra All the World's Futures curata da Okwui Enwezor

Quali sono stati i vostri preferiti? Mi farebbe piacere leggere i vostri commenti!

Biennale Arte Venezia
Padiglione Russia - Irina Nakhova

Biennale Arte Venezia
Padiglione Russia - Irina Nakhova

Biennale Arte Venezia
Padiglione Giappone - Chiharu Shiota

Biennale Arte Venezia
Padiglione Giappone - Chiharu Shiota

Biennale Arte Venezia
Padiglione GB - Sarah Lucas

Biennale Arte Venezia
Padiglione GB - Sarah Lucas

Biennale Arte Venezia
Padiglione Francia Céleste Boursier-Mougenot

Padiglione Israele - Tsibi Geva

Biennale Arte Venezia
Padiglione Israele - Tsibi Geva

Biennale Arte Venezia
Padiglione Uruguay - Marco Maggi

Biennale Arte Venezia
All the World's Futures - Robert Smithson

Biennale Arte Venezia
L'Arena con la lettura de Il Capitale di Marx

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Fabio Mauri

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Hans Haacke

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Jeremy Deller

Biennale Arte Venezia
Padiglione Ungheria - Szillard Csecke

Biennale Arte Venezia
Padiglione Austria - Heimo Zobernig

Biennale Arte Venezia
Padiglione Brasile - Antonio Manuel

Biennale Arte Venezia
Padiglione Olanda - Herman de Vries

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Ibrahim Mahama

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Katharina Grosse

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Adel Abdessemed

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Adel Abdessemed

Biennale Arte Venezia
All the World's Future - Oscar Murillo

Biennale Arte Venezia
All the World's Future's - Kutlug Ataman

Biennale Arte Venezia
Codice Italia - Claudio Parmiggiani

Biennale Arte Venezia
Codice Italia - Vanessa Beecroft

Biennale Arte Venezia
All the World's Futures - Flaka Haliti

Biennale Arte Venezia
Padiglione Messico - Tania Cadiani e Luis Felipe Ortega





martedì 5 maggio 2015

Biennale 2015: due appuntamenti da non perdere (uno con me!)

Vi avevo avvisati: questa settimana sarò monotono, ma Venezia è sempre Venezia. E non è solo Biennale, fra Arsenale e Giardini, quindi vi segnalo con piacere due eventi paralleli all’esposizione, entrambi previsti per sabato 9 maggio. 

Il primo è l’apertura di un nuovo spazio espositivo fra lo Squero di San Trovaso e le Zattere, una zona sempre più viva. Un nuovo punto di riferimento per l’arte contemporanea ideato dall’associazione Ro.SA.M. che inaugura con un’installazione multimediale di Anne Katrine Senstad, The Vanity of Vanities, ispirata al tema dell’Expo Venezia, ossia l’acqua, ça va sans dir

L’altro artista in mostra è italiano: Luca Sacchetti parte dalla riflessione del curatore della Biennale, Okwui Enwezor, sul futuro. Un tema con forti connotazioni politiche in cui è citata anche la Repubblica di Weimar. Sacchetti si ispira proprio ai ritratti di August Sander e Otto Dix per il suo Condominio d’autore. Ritratti del XXI secolo. Ritratti frammentari che suggeriscono tipi psicologici. Le due esposizioni sono curate da Roberta Semeraro e saranno visitabili fino al 30 giugno. 


Il secondo evento mi riguarda in prima persona e confesso che non mi sarei mai aspettato un’occasione del genere. Sarò fra i relatori che interverranno alla presentazione del libro curato da Isabella Villafranca Soisson, la mia preziosissima restauratrice (nonché amica). Con me ci sarà anche Giuseppe Iannaccone, per affrontare insieme il tema del rapporto dei collezionisti con la conservazione delle opere d’arte contemporanea. Un argomento assai sfaccettato e sempre più emergente, che Isabella è riuscita ad affrontare in modo esaustivo ma mai eccessivamente tecnicistico attraverso una serie di interviste, oltre che a esempi pratici di interventi realizzati da Open Care. 

Devo dire che qualche caso estremo da raccontare nella pur breve esperienza da collezionista ce l’ho, ma vi consiglio di non perdere l’incontro più che altro per la presenza di Pier Paolo Calzolari, meticoloso artista che porterà la sua testimonianza in tema di documentazione e archivi, e Grazia Quaroni, Senior Curator per la Fondazione Cartier
Cliccate sulla foto qui sotto per tutte le info. Ovviamente vi aspetto, questa volta più che mai! 


lunedì 4 maggio 2015

Biennale di Venezia 2015: ecco Nidhal Chamekh

Già, è un lunedì che arriva dopo il ponte del Primo Maggio. Un Primo Maggio fuori dal comune, nel bene e purtroppo anche nel male. Ma tralasciamo le polemiche Expo sì/Expo no e pensiamo all’arte, pensiamo che questo lunedì apre la settimana della Biennale di Venezia. Guardiamo avanti. 

Come vi avevo promesso vorrei parlarvi di quegli artisti che seguirò in modo particolare, scelti dal curatore Okwui Enwezor per la Biennale 2015 dal tema All the World's Futures. Oggi tocca a Nidhal Chamekh, tunisino ma ormai parigino d’adozione, classe 1985. Ho conosciuto il suo lavoro grazie a Primo Marella qualche tempo fa e l’ho trovato a tratti inquietante, ma soprattutto lucido e ironico. I Fingers qui sopra ne sono la prova. 

La sua forza sono però i disegni: gioca con i contrasti frammentando le figure e accostandole senza un significato apparente, senza logica, ma con uno sguardo che rivela la sincerità della sua visione del mondo. Un passaggio diretto dall’osservazione del reale all'universo creativo. 

Nidhal Chamekh smonta le figure e le riassembla. I suoi frammenti e le loro contraddizioni mettono in luce il caos della storia, come un archeologo del contemporaneo che racconta la vita dei quartieri di Tunisi rimescolandone storia e attualità. Un occhio raffinato e attento tanto quanto la sua mano, come potete vedere in questa serie del 2012, De qui revent les martyrs

Sono sicuro che, se ancora non lo conoscete, i lavori che presenterà a Venezia vi stupiranno.