Domenica a New York nell'asta Bound to Fail (dal titolo di un'opera di Bruce Naumann), Cattelan ha tutt'altro che fallito: diciassettemilionicentottantanovemila (17,189,000) dollari è stata l'aggiudicazione per Him, la provocatoria scultura che ritrae Hitler in ginocchio.
Perché se si parla di Cattelan il lessico da usare gira sempre intorno alla provocazione e allo scandalo? Perché è un genio o perché l'unica cosa che gli resta è far parlare di sé, come quando ha promesso di ritirarsi dalle scene?
Io la risposta non ce l'ho, ma una cosa è certa: Maurizio è uno dei pochissimi artisti italiani a essere stimato e riconosciuto all'estero. Una cosa profondamente ingiusta, dati i tanti talenti purtroppo nascosti e che il nostro paese non sa crescere. Ma è un dato di fatto che ha un significato: Cattelan ha trovato un linguaggio che parla a tutti, è puntualissimo e intelligente nel muovere le pedine della sua vita pubblica, che ormai è una performance continua e diffido di chi lo critica di non aver inventato niente, fra le reminiscenze manzoniane e duchampiane. Cattelan è figlio del suo tempo in tutto e per tutto, che ci piaccia o no.
Allora 100 di questi record a Maurizio!
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