mercoledì 3 dicembre 2014

Ancora qualche giorno per Irwin e Turrell a Villa Panza

Quando lo scorso anno inaugurò a Villa Panza la mostra di Robert Irvin e James Turrell AISTHESIS. All’origine delle sensazioni con l’intenzione di durare ben 11 mesi mi sembrò una scelta impegnativa e coraggiosa. Ora la proroga fino all’8 dicembre dimostra la lungimiranza dei curatori e celebra il successo meritato per questa doppia personale che prosegue idealmente il lavoro di ricerca di Giuseppe Panza di Biumo, esempio di collezionista dal fiuto ineguagliabile.


Robert Irwin, Varese Window Room, 1973
Fu Panza, ormai quarant’anni fa, a volere gli allora giovanissimi artisti americani in Italia. Nacquero in questo modo opere come Varese Window Room (1973) di Robert Irwin, una finestra che incornicia un grande albero offrendo un’immagine diversa in ogni momento della giornata e in ogni stagione. O come Sky Space I (1974) di James Turrell: una stanza completamente vuota e bianca con un varco quadrato sul soffitto dove la porzione di cielo visibile diventa un dipinto variabile a seconda delle sfumature del cielo.

James Turrell, Sky Space I, 1974
Opere eccezionali ormai entrate nella storia, ma attualissime perché invitano a ritagliarci il tempo per osservare le cose e entrare in simbiosi con esse, lavorando sull’origine delle sensazioni, come recita il titolo della mostra. E la continuità fra le opere della collezione permanente e gli interventi site-specific di Irwin e Turrell è entusiasmante. Passato e presente si fondono per celebrare le potenzialità della luce come medium creativo, l’idea di opera d’arte come esperienza totalizzante e immersiva e il rapporto viscerale fra arte e architettura. 


James Turrell, Sight Unseen, Villa Panza, 2013
Se in questo lungo anno di mostra non avete mai fatto un salto a Varese per Villa Panza non perdete l’occasione in quest’ultimo weekend. Se ci siete già stati, magari in primavera o estate, immaginate come la vostra esperienza possa essere diversa sotto il timido cielo invernale. Oppure tornate per rivivere l’esperienza del Ganzfeld di Turrell, regalando ai vostri sensi qualche istante di corto circuito ed uscendo nuovamente estasiati dalla mostra dell’anno

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