Non smetterò mai di innamorarmi dello spazio semplice ma curatissimo di Gio Marconi, valorizzato a pieno dalla mostra inaugurata da poco: la seconda personale di Will Benedict, 1978, americano ormai adottato dalla Ville Lumiere.
Da sempre Benedict lavora sul lato contenutistico affrontando tematiche di stringente attualità e dal punto di vista tecnico giocando a mettere in discussione le convenzioni del linguaggio. Pittura, disegno e fotografia collaborano e sfidano la percezione dell’osservatore.
In The Social Democrat quelle che sembrano stampe fotografiche si rivelano in realtà solo allo sguardo più attento: sono pitture montate su tela, associate a fotografie e allestite su pannelli di foam dipinti ad acquarello. I fogli di vetro che sembrano rovinare la purezza dei lavori, creano un effetto specchio fortemente voluto da Benedict per permettere di entrare a pieno nell’opera.
Fra Brexit, Trump presidente e ondate nazionalistiche diffuse, i grandi lavori presentati da Gio Marconi ci aiutano a riflettere sul contemporaneo, senza rinunciare a un affascinante effetto estetico.
La mostra è sicuramente da vedere e se avete modo da completare visitando Fiction is a terrible enemy, la personale di Will Benedict in corso alla Fondazione Giuliani di Roma.
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