martedì 19 settembre 2017

Lucio Fontana mai visto all'Hangar Bicocca

Mi auguro che i puristi del contemporaneo non storceranno il naso sentendo il nome di Lucio Fontana accostato agli spazi dell’Hangar Bicocca, perché l’evento a cui assisteremo domani è davvero unico. 
Dopo anni di ricerche d’archivio, dovuti in gran parte agli studi di Marina Pugliese e alle competenze di Barbara Ferriani, sarà finalmente possibile conoscere il lato meno noto ma altrettanto importante della poetica dell’artista del Novecento che forse più di tutti ha regalato all’arte del suo tempo, ossia gli Ambienti

Il duo Pugliese-Ferriani, in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, aveva già restituito due grandi opere al capoluogo lombardo con la ricostruzione del grande Neon del 1951 e del Soffitto spaziale del 1956 al Museo del Novecento, inaugurato ormai sette anni fa. Ora propone in una mostra temporanea che si preannuncia immersiva e travolgente dieci degli Environments prodotti nel secondo dopoguerra e poi andati distrutti, ricostruiti filologicamente per la prima volta dopo la scomparsa dell’artista.

Lucio Fontana, Struttura al neon per la IX Triennale di Milano, 1951. Tubo di cristallo con neon bianco.
© Fondazione Lucio Fontana, Milano

Gli Ambienti spaziali sono stanze e corridoi allestiti come labirinti con lampade di Wood, luci al neon o decorazioni fosforescenti che creano disorientamento percettivo e cognitivo al visitatore. Un’anticipazione teorica e pratica di quelle tendenze che si svilupparono poi negli anni Sessanta e Settanta, dall’Arte Povera, all’Arte Concettuale e alla Land Art.

Lucio Fontana, Ambiente spaziale con neon, 1967. Foto Stedelijk Museum Amsterdam.
© Fondazione Lucio Fontana Milano

Molti degli artisti che hanno esposto in Hangar Bicocca devono molto a Lucio Fontana, e non poteva esserci location migliore per permettere agli appassionati (e non) di vivere quella sperimentazione, come conferma lo stesso Vicente Todolì, co-curatore della mostra e direttore artistico dello spazio: “La ragione storica della mostra risiede nell’importanza degli “Ambienti”, un gruppo di lavori consistente e poco conosciuto, che, tuttavia, insieme ai Concetti spaziali, i cosiddetti “Buchi” e “Tagli”, rappresenta una rottura con le forme tradizionali della scultura e della pittura da parte di Fontana, anticipando le ricerche di artisti e movimenti della generazione successiva, dal Gruppo T a Yves Klein al Gruppo Zero. Esiste, inoltre, una ragione contemporanea: la ricerca sugli ‘Ambienti’ entra in dialogo con l’opera di molti artisti che hanno esposto in Pirelli HangarBicocca”.

La mostra inaugura il 20 settembre e scommetto sarà un evento unico al quale vi consiglio di non mancare. Una mostra da rivivere più volte fino al 25 febbraio 2018


Più informazioni sul sito ufficiale di Hangar Bicocca

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