lunedì 7 novembre 2016

Artissima 2016: la mia recensione

Torino questo weekend era luminosa e stupenda. Sono molto contento di essere riuscito a ritagliarmi il tempo sufficiente per visitare bene la mia fiera preferita, Artissima, con un salto anche a FlashBack. 

Artissima mi è sembrata molto in linea con le mie corde, con diversi lavori installativi e poca pittura,  un respiro davvero internazionale e diversi lavori degni di un museo.

Concordo con Artribune che ha eletto fra i migliori cinque stand quello di Massimo Minini. Lo so, ormai è storia. Proprio per questo Massimo potrebbe sedersi e raccogliere i frutti della sua carriera decennale, eppure è sempre fra i primi a proporre qualcosa di stimolante come l'accostamento fra un'opera anonima di tema religioso e i contemporaneissimi Sheila Hicks e Ariel Schlesinger (qui sotto, foto via Artribune). 



Sono molto contento per Gian Maria Tosatti che seguo da un po'. Si è aggiudicato il Premio Fondazione Ettore Fico grazie alla bellissima opera esposta allo stand di Lia Rumma (qui sotto). 


Sono diversi gli altri stand che ho apprezzato. Come sempre per le opere e non per gli artisti perché questa è la mia filosofia: guardare il lavoro un secondo solo e innamorarmene oppure dimenticarlo. 

Uno di questi è sicuramente APalazzo Gallery di Brescia , con l'imponente opera di Ann Iren Buan, che rivela tutta la sua fragilità solo una volta avvicinatisi, scoprendo che si tratta di carta dipinta con il gesso e incollata. Sono convinto che questa giovane artista norvegese farà strada (sotto una mia foto). 



Lo stand attiguo era quello di Caterina Tognon, che ben conosco e mi ha affascinato con un artista che da anni fa parte della mia collezione e trovo sempre magnifico: Francisco Tropa, con le sue lanterne (qui sotto una mia foto). 



Sono impazzito per il bassorilievo di Kiki Smith proposto da Raffaella Cortese, ma lo sapete bene che ho un debole per una delle artiste più poliedriche e determinate della nostra epoca. 

La galleria che mi ha fatto capitolare è però Primo Marella con l'artista cinese Li Wei e la sua opera provocatoria: un'installazione che ritrae un bambino apparentemente innocente ma che irrealtà nasconde dietro la schiena una bomba. Ce lo rivela solo lo specchio. Davvero suggestiva. 

Fra le gallerie giovani premio Doppelgaenger di Bari, di cui ho conosciuto qualche mese fa i fondatori, che hanno proposto una doppia personale di Domingo Milella (davvero notevole, sotto una sua fotografia) e Marta Roberti. Due italiani conosciuti più all'estero e di grande talento. 



FlashBack non è decisamente una fiera che mi rappresenta, essendo io affascinato prevalentemente dal contemporaneo, ma devo dire che è stato interessante buttarsi a capofitto nel mondo dell'antiquariato. Fra sculture lignee germaniche, Madonne e i de Chirico, le mie opere preferite erano quelle grafiche e bidimensionali provenienti dal Giappone






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