Oggi vorrei parlarvi della
collezione del mio carissimo amico
Giuseppe Iannaccone. Vi
ho già raccontato di quanto sia stato fondamentale il suo supporto quando la mia raccolta era ancora agli inizi, timida e senza molte pretese.
Credo che, dopo Claudia Gian Ferrari, Giuseppe sia stato il mio più importante punto di riferimento, non solo per la passione che mi ha trasmesso e che ora condividiamo, ma anche perché ha un approccio molto più storico e di ricerca. La sua
collezione degli anni Trenta e Quaranta del Novecento è degna di un museo, e non sono l'unico a dirlo: storici dell'arte e curatori ne restano sempre affascinati.
Qualche anno fa è uscito nelle librerie anche il
catalogo delle opere storiche della collezione di
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Charles Avery |
Giuseppe Iannaccone, ma oggi vorrei parlare della
raccolta di arte contemporanea dato che
sabato 11 aprile i più fortunati potranno
vederla presso il suo studio grazie a un'iniziativa di
miart. Ovviamente è un'occasione imprendibile per chi ancora non conosce Giuseppe e
i posti sono limitati, quindi prenotatevi:
prenotazionecollezioneiannaccone@iannaccone.com.
Per chi non riuscisse si consoli:
dal 9 aprile si potrà visitare in maniera virtuale grazie al
sito dello studio legale completamente rinnovato con una sezione dedicata all'arte.
Perché la sua collezione è così interessante? Più di
duecento opere di arte contemporanea collezionate con
grande intuito e ricerca, artisti
provenienti da ogni parte del mondo, alcuni già molto affermati ad altri più giovani su cui Giuseppe ha voluto scommettere. L'obiettivo?
Potersi muovere fra le sale dello studio, dove come professionista trascorre la gran parte della sua settimana,
avendo la sensazione di viaggiare fra culture e storie diverse, dall'Italia al Medio Oriente, dai paesi nordici all'India. Giuseppe ha saputo scegliere trovando fra le opere un
forte denominatore comune: la necessità di
raccontare l'uomo a 360 gradi, con le sue paure, debolezze e contraddizioni.
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Margherita Manzelli |
Qualche nome degli
artisti in collezione? Fare una selezione non le renderebbe giustizia.
Molti sono gli stessi che seguo anch'io, per affinità con Giuseppe, perché li abbiamo scoperti insieme nei nostri viaggi o perché è stato lui a parlarmene, talvolta su suggerimento di Claudia Gian Ferrari. Senza Giuseppe e Claudia non credo mi sarei mai avvicinato alle opere di
Luigi Ontani, ad esempio, e credo che io e lui insieme formiamo la
più corposa collezione di opere di Charles Avery in Italia. Un'altra passione che è nata in condivisione è quella per
Kiki Smith o per
Shirin Neshat e a Giuseppe devo anche la scoperta di
Francesco Gennari, che anni fa aveva invitato a esporre nel suo studio, sempre per
miart. Ormai
Giuseppe è una colonna nel panorama del collezionismo milanese d'arte contemporanea!
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Michael Borremans |
Ma
la ricchezza della collezione di Giuseppe Iannaccone
non è solo nei nomi altisonanti degli artisti, quanto nella visione d'insieme che ogni visita al suo studio regala. Ogni singola opera è scelta con una tale cura che l'una con l'altra sembrano dialogare perfettamente. Un'impresa che nessun museo o galleria d'arte potrebbe permettersi e che
Giuseppe da anni persegue con lo stesso entusiasmo dei primi acquisti, quell'entusiasmo per cui non smetterò mai di ringraziarlo perché è davvero contagioso. Anche per questo motivo
vi invito a conoscerlo di persona in questa occasione unica coordinata da miart: sentirlo raccontare della sua collezione ogni volta è un'emozione nuova.
Grazie Roberto, una visita bellissima e una collezione da capogiro!
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